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Immagine del redattoreStefano Calvetti

Leadership strategica: il ponte tra il tuo oggi e il successo – parte 1

“Una visione senza una strategia rimane una illusione.” (Lee Bolman)

Una delle raccomandazioni che probabilmente faccio più spesso di tutte nell’ambito del coaching e anche nel mio podcast “When Leaders Talk” è di essere strategici, di andare oltre le urgenze e le attività last minute, di superare la comoda tentazione di porsi obiettivi solo nel breve termine e di pianificare concretamente per realizzare il proprio sogno, per andare verso quella visione che in questo post abbiamo descritto come la destinazione a cui un buon leader punta.


La parola “strategia”, nata in un contesto fondamentalmente militare ma poi entrata nel lessico comune, può essere definita come un insieme coordinato di azioni e decisioni progettate per raggiungere uno o più risultati specifici. In altre parole, la leadership strategica consente al leader di stilare un piano d'azione o una roadmap che guida un'organizzazione, un gruppo o un individuo nel raggiungimento delle loro mete. Una strategia efficace tiene conto delle risorse disponibili, delle condizioni esterne come il contesto di mercato o le influenze sociali, e dei possibili ostacoli o sfide che potrebbero sorgere lungo il percorso.

Disegno di una donna latina in abiti professionali che lavora a una strategia aziendale su un tavolo digitale interattivo. Sta usando uno stilo per tracciare linee che collegano diversi punti di dati, mentre una proiezione olografica mostra i mercati globali.
La strategia è un piano d'azione verso il raggiungimento di un risultato - Immagine generata da DALL-E 3

Facendo riferimento a quanto ho scritto in un precedente post in cui ho descritto i tre pilastri della leadership e proseguendo con la metafora architettonica, la strategia è la trabeazione che poggia sulle tre colonne, con la funzione di connettere fisicamente i tre pilastri e di aumentare la solidità della struttura. Ecco che quindi l’individuo, la destinazione e il sistema di riferimento trovano applicazione pratica proprio nella strategia.


Come sempre, voglio andare oltre il concetto filosofico e fornirvi qualche utile raccomandazione che potrete utilizzare per definire la vostra strategia. Se quanto scriverò in questo e nei prossimi post potrà sembrarvi eccessivo, ci sono alcune considerazioni da fare:

  • Essere leader non è un lavoro semplice. C’è un motivo se coloro che raggiungono il successo sono pochi;

  • All’inizio potrà sembrare complesso, ma in realtà basta un po’ di pratica e alcuni passaggi diventeranno rapidi;

  • Uscire dalla zona di comfort è sempre un ottimo esercizio per imparare cose nuove. Se dovessimo fermarci ad ogni difficoltà, non miglioreremmo mai;

  • Se pensi di avere bisogno di un aiuto, non esitare a contattarmi. Sarò ben lieto di supportarti.

Il primo passo: capire la situazione

Solo una cosa può trasformarti, può operare un mutamento, ed è la consapevolezza. (Osho)

Non mi stancherò mai di dirlo. Il primo passo è sempre la consapevolezza e soprattutto l’autoconsapevolezza. Benché quest’ultimo sia un aspetto prioritario, non mi dilungo oltre perché, se volete, potete approfondire qui.


Nel disegnare una strategia, è necessario capire il “cosa” e il “quindi” del momento in cui ci troviamo, cercando di guardare alla nostra vita con un approccio multidimensionale: il lavoro e la carriera, la famiglia e la vita privata, il nostro stato fisico e mentale. Questa fase iniziale coinvolge una valutazione dettagliata delle risorse interne, delle competenze, dei punti di forza e di debolezza, così come delle opportunità e minacce esterne. Devono essere valutati anche i fattori come il contesto di mercato, la concorrenza, la cultura organizzativa e le dinamiche del gruppo.


In assenza di dati concreti, è importante formulare valutazioni e ipotesi che possono aiutare nell’analizzare la situazione. Ad esempio, potrebbe essere necessario fare ipotesi su come la tecnologia potrebbe evolvere e aiutare (o ostacolare) la nostra strategia.


Ci sono tre aspetti particolari a cui dobbiamo fare attenzione:

  • I nostri pregiudizi e preconcetti che potrebbero influenzare negativamente l’intero processo. Per questo motivo, il confronto con altre persone - ancor meglio se esterne alla nostra squadra o con un background diverso dal nostro - può decisamente aiutare a evitare la trappola. In alternativa, si può cercare di rimanere quanto più aderenti possibile all'analisi dei dati quantitativi e avere consapevolezza dei propri pregiudizi.

  • I vincoli tangibili e intangibili a cui siamo soggetti ed entro i quali possiamo muoverci, come ad esempio il quadro legale e normativo, aspetti deontologici, i valori e la cultura organizzativa, processi inderogabili esistenti, etc.

  • Gli interessi in gioco, ossia quanto l’obiettivo che si vuole raggiungere potrebbe impattare noi, il nostro team o l’organizzazione in cui lavoriamo.

Comprendere la situazione attuale in modo approfondito ci permette di identificare gli obiettivi realistici (vedi prossimo paragrafo) e di formulare strategie per raggiungerli. Questo è un processo iterativo che può richiedere l'uso di dati quantitativi e qualitativi, feedback dai membri della squadra e da altre parti interessate, e una valutazione critica delle potenziali sfide e opportunità. Solo con una comprensione chiara e completa della situazione è possibile sviluppare una strategia che sia realistica ed efficace.


Un metodo semplice è la c.d. analisi SWOT che aiuta a valutare i Punti di Forza (Strengths), le Debolezze (Weaknesses), le Opportunità (Opportunities) e le Minacce (Threats) di un progetto. L'obiettivo dello SWOT è di fornire una panoramica completa per permettere di prendere decisioni informate. Nel dettaglio:

  • Punti di Forza (Strengths): si tratta delle competenze, delle risorse, dei vantaggi competitivi e di tutti gli altri elementi che danno un vantaggio.

  • Debolezze (Weaknesses): questi sono i fattori che potrebbero ostacolare il raggiungimento del risultato sperato, come limitazioni nelle risorse, lacune nelle competenze o aspetti che rendono meno competitivi.

  • Opportunità (Opportunities): a volte le circostanze esterne, anche se in continua evoluzione, possono essere sfruttate a nostro vantaggio, come ad esempio un cambiamento normativo favorevole.

  • Minacce (Threats): sono i fattori esterni ed interni che potrebbero mettere a rischio il progetto. Per esempio, la concorrenza o anche semplicemente rapporti difficili all'interno di un team.

L'analisi SWOT è spesso rappresentata in una matrice 2x2, che permette di visualizzare facilmente come le varie componenti si relazionino tra loro e di prioritizzarle. In questo articolo di Investopedia potete trovare maggiori informazioni su come utilizzare l'analisi SWOT.


Definire il risultato finale

Cominciare pensando alla fine significa iniziare con una chiara comprensione della nostra destinazione. Significa sapere dove siamo diretti, così da capire meglio dove ci troviamo ora e far sì che i passi da noi compiuti siano sempre nella direzione giusta. (Stephen Covey)

Iniziare un percorso senza sapere qual è la destinazione significa farsi trasportare dagli eventi, trascinare dagli elementi e accettare, in maniera passiva, cosa la vita ci serba.

Ogni leader ha la responsabilità di immaginare un futuro migliore per noi stessi e per gli altri.


Ma come si fa? Si tratta di decidere qual è la nostra destinazione e quali sono i passi intermedi per arrivarci.


Per tracciare la rotta verso la destinazione, è necessario un approccio a più livelli basato su tre aspetti fondamentali:

  • Visione: il vostro sogno, il futuro che volete creare e che vi ispira e guida.

  • Traguardi: Tappe intermedie del vostro percorso, specifiche e misurabili che aiutano a monitorare i vostri progressi e a rimanere concentrati.

  • Obiettivi: Pietre miliari che vi mantengono in carreggiata, a breve termine e perseguibili. Servono a suddividere i traguardi in fasi gestibili.

Usiamo una metafora che adoro. Immaginate di essere il capitano di una nave.


La vostra visione è la destinazione finale, il porto che volete raggiungere. I traguardi sono le varie rotte da seguire per arrivarci. Gli obiettivi sono i punti di controllo lungo il percorso, dove valutate il viaggio e vi assicurate di essere sulla rotta.


Perché una strategia abbia successo, tutti questi elementi devono essere allineati e sincronizzati.


Ricordate che una visione senza obiettivi e traguardi è come farsi trasportare dagli eventi. Obiettivi e traguardi senza una visione sono come vagare senza meta.


Se volete saperne di più, potete accedere a questo post.


Non è finita qui

Il percorso verso un leadership efficace è come navigare in un mare pieno di opportunità e sfide. Oggi abbiamo gettato le basi per comprendere l'importanza della strategia nella realizzazione della tua visione. Ma come mettiamo tutto questo in pratica? Cosa serve per dirigere versa la nostra meta, affrontare ostacoli e sfruttare le opportunità lungo il percorso?


Questi sono gli argomenti che affronteremo la settimana prossima, approfondendo altri aspetti chiave, fornendo esempi concreti e suggerimenti pratici per definire e implementare la tua strategia di leadership.




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