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  • Immagine del redattoreStefano Calvetti

Il primo pilastro della leadership: la persona

Aggiornamento: 21 nov 2023

Come ho menzionato la settimana scorsa (qui il link), la mia concezione della leadership si sviluppa in un concetto modellato su tre pilastri fondamentali: la persona (il leader), la sua destinazione (visione) e il suo sistema di riferimento (i valori).


Dopo aver postato l’articolo blog sui tre pilastri della leadership, ho però realizzato che era necessario dare maggiore profondità al concetto. Quindi, con questo post e con i prossimi, cercherò di entrare più nel dettaglio di ciascun “pilastro”, fornendo qualche spunto su come farlo diventare più solido.


Ovviamente, partiamo con il primo pilastro, quello centrato sulla persona. Perché, come ha detto il filosofo cinese Lao Tzu 2600 anni fa:

“Chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce sé stesso è illuminato”

Immagine di una donna vista di spalle seduta sulla cima di una colonna. La persona guarda davanti a sè e il terreno sotto è come se fosse una mappa cartografica, con un percorso tracciato per arrivare alla destinazione, con coincide con la colonna stessa. Non ci sono altre colonne nelle vicinanze. Il cielo è limpido e illuminato, con giusto una piccola nuova all'orizzonte.
“Chi conosce gli altri è sapiente, chi conosce sé stesso è illuminato.” Immagine generata da DALL-E

Autoconsapevolezza: la mappa interiore

La prima colonna della leadership è strutturata fondamentalmente sull'autoconsapevolezza, la mappa interiore che arriva sino al centro del nostro vero essere. Seguendo questa mappa, scopriamo tutti i dettagli intricati del nostro viaggio nella leadership. Siamo quindi in grado di riconoscere le proprie forze e debolezze, capire il proprio stile di comunicazione, e individuare i nostri settori ciechi ed i limiti. Ma anche oltre: autoconsapevolezza significa capire da dove veniamo e come eventi e persone hanno contribuito e contribuiscono a modellarci e farci diventare ciò che siamo oggi.

È quindi un elemento fondamentale dell’intelligenza emotiva che è definita da Daniel Goleman, forse il più grande studioso in questo settore, come:

"la capacità di motivare sé stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare."

Goleman ritiene che l’intelligenza emotiva sia strutturata su cinque competenze principali: autoconsapevolezza (appunto), autoregolazione, motivazione, empatia e gestione delle relazioni. Queste competenze ci aiutano a riconoscere e gestire le nostre emozioni e quelle degli altri e a comunicare in modo efficace. Goleman sostiene anche che l’intelligenza emotiva è più importante del quoziente intellettivo (QI) per il successo nella vita, perché ci permette di adattarci alle diverse situazioni e sfide che incontriamo.


Voglio evidenziare due aspetti fondamentali:

  • attraverso l'autoconsapevolezza non siamo solo in grado di approfondire la comprensione di noi stessi, ma anche di illuminare gli altri due pilastri della leadership. Ad esempio, la chiarezza nella visione e la solidità del sistema di riferimento sono potenziate dalla comprensione di noi stessi;

  • mentre il primo pilastro può iniziare con il leader, esso si estende all'intera squadra. La solidità del team è, in effetti, un'estensione della solidità come leader. Quindi la consapevolezza interna di una squadra è un viaggio collettivo. Capire i meccanismi, le tensioni, le relazioni, il livello di affiatamento, i ruoli, etc. di un gruppo di persone che lavorano insieme non fa altro rafforzare la resilienza della squadra stessa.

“Ho capito che non ero più il leader giusto”

Marc Randolph è il fondatore di Netflix e primo CEO della società americana che, all’inizio della sua avventura, era nata per vendere ed affittare DVD tramite il servizio postale. Marc è un imprenditore, consulente e speaker, che oltre ad aver contribuito a creare una delle più grandi piattaforme di streaming del mondo, ha anche fondato o investito in altre start-up come Looker Data Sciences, Chubbies Shorts e Rafter.


Nel suo libro “Non Funzionerà Mai: la nascita di Netflix e la straordinaria vita di un’idea”, traspare chiaramente come Randolph sappia quali sono i suoi punti di forza: la sua creatività, il suo senso dell’umorismo, la sua apertura mentale. Queste sono le qualità che ha usato per fondare una società basata su una cultura aziendale unica, aperta all’innovazione, al divertimento e alla sperimentazione.


Randolph è anche consapevole dei suoi limiti e delle sue aree di miglioramento. Per questo motivo, quando Netflix ha cominciato a crescere, ha capito di non avere le qualità giuste per continuare a dirigere la società ed ha saputo cedere il posto ad altri membri del suo team, come Reed Hastings, attuale CEO di Netflix. Per dirla a parole sue:

"Ho capito che non ero più il leader giusto per Netflix. Non avevo la passione, la determinazione e la visione necessarie per portare l’azienda al livello successivo. Ero stanco, esausto e frustrato. Ero diventato un ostacolo, non un catalizzatore. Era ora di lasciare andare."

Allo stesso tempo, Randolph ha compreso come le sue qualità siano, invece, particolarmente adatte a organizzazione al livello di start-up e, difatti, è lì che ha trovato altre soddisfazioni dopo aver lasciato Netflix.


Vi suggerisco di leggere il libro perché, oltre a quanto ho scritto io, contiene tanti altri insegnamenti che potrebbero essere utili ai leader di oggi.


All’interno della colonna

Capire a fondo come sia fatta la prima colonna – ossia entrare a contatto con noi stessi – può sembrare un obiettivo impossibile. In realtà, è fattibilissimo anche se può effettivamente essere tortuoso.

C'è una varietà di strumenti e tecniche progettati per aiutare a raggiungere questa fondamentale comprensione di sé e anche per migliorare sé stessi. Il consiglio che do è quello di usarne più di uno, perché ciascuno strumento ha dei limiti.

una colonna sola in riva al mare. La colonna è molto grande e presenta qualche crepa. Alcune persone, donne e uomini vestiti con abiti moderni, stanno lavorando lungo la colonna per riparare le crepe e renderla più  forte. Alcune persone sono su una scala, mentre altre sono in cima alla colonna o alla sua base. Il mare è calmo e sullo sfondo si vede un veliero.
Vi sono molti strumenti per aiutare aconoscere e migliorare sé stessi. Immagine generata da DALL-E

C'è una varietà di strumenti e tecniche progettati per aiutare a raggiungere questa fondamentale comprensione di sé e anche per migliorare sé stessi. Il consiglio che do è quello di usarne più di uno, perché ciascuno strumento ha dei limiti.

  • Test di Personalità: consente la definizione di una mappa abbastanza accurata della personalità di ciascuno di noi. Quello che preferisco e che ho usato per me stesso è l'Enneagramma, con cui un individuo può identificare i propri punti di forza e aree di miglioramento, ottenendo una visione profonda sul proprio stile personale e di leadership. Oltre all'Enneagramma, strumenti come il Myers-Briggs Type Indicator (MBTI) o il StrengthsFinder possono offrire altre prospettive sulla tua personalità e stile di leadership. Il limite è l’accuratezza, che è decisamente correlata con l’onestà con cui si effettuano i test ma anche con la fallacità – molto bassa per l’Enneagramma – dei sistemi di elaborazione dei test. Se sei interessata/o a sapere di più sull’Enneagramma, sarò felice di darti maggiori informazioni.

  • Meditazione e Journaling: Queste pratiche introspettive possono sembrare semplici, ma il loro impatto è profondo. La meditazione ti aiuta a sviluppare la presenza mentale e l'equilibrio emotivo, mentre il journaling offre una piattaforma per riflettere sui comportamenti, le decisioni e i sentimenti. In particolare, una pratica correlata alla meditazione è la mindfulness che insegna a rimanere consapevoli del momento presente. Ciò può aiutare nella gestione dello stress e migliorare la presa di decisioni. Il limite principale è nel tempo necessario per arrivare a padroneggiare queste tecniche. Inoltre, difficilmente è possibile accedere ad aspetti negativi del proprio carattere attraverso la meditazione o la mindfulness.

  • Feedback da Persone Fidate: Niente può sostituire l'onestà di un feedback diretto. Scegliere un gruppo ristretto di colleghi, amici o famigliari che possono fornire un riscontro costruttivo può essere illuminante per aiutarti a vedere angolazioni di te stesso che altrimenti potrebbero rimanere nascoste. Ovviamente, la parte importante è quella di ascoltare con intenzione, curiosità e apertura mentale, lasciando andare la nostra permalosità o convinzioni. Il limite principale risiede nel fatto che una persona esterna, per quanto ci possa conoscere bene, non ha la possibilità di scavare troppo a fondo.

  • Professionisti: la consulenza o il supporto di un esperto, come ad esempio un coach o uno psicologo, può aiutarci a guardarci dentro, andando a analizzare angoli della nostra personalità a cui è particolarmente difficile accedere da soli. Il limite principale nell’aiuto di un professionista è che il lavoro pesante deve essere fatto dal cliente e, quindi, se una persona non è disposta a fare uno sforzo, anche il coach migliore del mondo fallirà.

  • Corsi e Libri: la letteratura e i corsi sullo sviluppo e sulla conoscenza personale offrono una ricchezza e una varietà di informazioni e di tecniche diverse che possono rivelarsi davvero utili. Attraverso l'auto-educazione, una persona può apprendere da esperti nel campo, applicando teorie e tecniche per migliorare la propria autoconsapevolezza. Ad esempio, un libro che mi sento di raccomandare è “Already Free: Buddhism meets Psychotherapy on the Path of Liberation” di Bruce Tift”. Il limite è la forza di volontà necessaria non solo per leggere i libri o frequentare corsi, ma anche per applicare quotidianamente quanto appreso.


Cambiare si può

Come accennato, avere maggiore autoconsapevolezza ci permette anche di capire quali sono i nostri limiti e le nostre debolezze, in modo da avere la possibilità di lavorare per smussare gli angoli negativi del nostro carattere. Mi piace ripetere, come ho scritto in altri post, che leader non si nasce, si diventa.


Essere consapevoli di chi siamo e quindi conoscere come è fatto il primo pilastro della leadership ci dà la libertà di crescere e migliorare. Come sempre, sta a noi decidere cosa farne di questa libertà.



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