È tutta una questione di fiducia. Sempre e con chiunque, anche con noi stessi. Fidati 😊
Recentemente, parlando con un amico di leadership, mi ha detto che, secondo lui, "la leadership è la gestione di un rapporto di fiducia". In quella conversazione abbiamo riflettuto sul ruolo della fiducia e su come la sua mancanza influisca sull'ambiente di lavoro. La maggior parte di noi ha visto il micromanagement in azione: il capo fa tutto o controlla e gestisce ogni fase del processo. Non c'è libertà, non c'è iniziativa. Non c'è squadra. Non c'è divertimento. Io l'ho visto, purtroppo.
In realtà, allargando l’orizzonte anche oltre alla prospettiva della leadership, ogni rapporto che noi stabiliamo con un’altra persona, con una organizzazione e anche con un oggetto parte da questa particella elementare: la fiducia.
Per questo motivo, ho deciso di approfondire l’argomento e condividere con voi i miei pensieri e ciò che ho scoperto esplorando il concetto e il ruolo della fiducia. E siccome è un argomento lungo e complesso, questo articolo è solo una prima parte dove ci limiteremo a esplorarne il significato e le tipologie.
Il significato di "fiducia"
La fiducia è un concetto psicologico e sociale complesso che si riferisce alla sicurezza e alla certezza dell'affidabilità, della verità, della capacità o della forza di qualcuno o qualcosa. È l'aspettativa che l'altra parte agisca in modo vantaggioso o almeno non dannoso per i propri interessi.
Quello che noi facciamo e con chi lo facciamo è basato sul livello di fiducia che noi abbiamo con noi stessi o con la persona o l’oggetto con cui stiamo agendo. Per scrivere questo articolo io sto usando un computer ed un software che sono sicuro che mi consentiranno di completarlo e di memorizzarlo. Quando un cliente viene da me, si fida delle mie capacità di coach. Quando noi ci rivolgiamo al sistema giudiziario, ci fidiamo della decisione imparziale del giudice. Quando diamo lavoro ad una persona, ci fidiamo delle sue capacità.
Insomma, non c’è un rapporto se non c’è fiducia.
Nella mia esplorazione sull'argomento, ho individuato due macro-categorie di fiducia: quella diretta e quella indiretta.
La fiducia diretta
La fiducia diretta è basata su quelle che sono le nostre percezioni e la nostra esperienza. C’è quindi una interazione personale con la persona o l’oggetto della nostra fiducia e il livello di questa fiducia aumenta o diminuisce in base a quelle che sono le nostre percezioni e la connessione a livello emotivo. Di sicuro, è la categoria di fiducia che può arrivare a livelli più alti.
Prima impressione: perché a volte incontriamo una persona e sentiamo di poterci fidare – almeno fino a un certo punto? Questa è la fiducia istintiva, viscerale, basata su sensazioni a livello subconscio. Si sviluppa “a prima vista” ma è comunque strutturata su quelle che sono le nostre precedenti esperienze. Ad esempio, tendiamo a fidarci di persone che hanno caratteristiche simili a individui con cui abbiamo avuto interazioni positive o a noi stessi. Il senso di comunità nasce proprio da questo elemento, ossia io mi fido di te perché tu sei come me. Questa tipologia non si basa solo su aspetti fisici, ma anche su altri elementi come – ad esempio – gli abiti. Se incontriamo una persona con il camice da medico, tendiamo a fidarci a meno che nel passato non abbiamo avuto esperienze negative.
Fiducia interpersonale: è quel tipo di fiducia su cui sono basate tutte le relazioni interpersonali, alimentata da esperienze dirette e dalle sensazioni ed emozioni che queste comportano. L’amicizia, le relazioni d’amore, ma anche i rapporti professionali crescono solo e soltanto se cresce la fiducia reciproca.
Fiducia in sé stessi: è la fiducia che si ha in sé stessi per prendere decisioni, affrontare sfide e agire secondo i propri valori e le proprie convinzioni. È un aspetto fondamentale dell'autostima e del benessere emotivo e coinvolge una serie di elementi, tra cui l’auto-consapevolezza, l'accettazione di sé e la sicurezza in sé. Questa fiducia gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui si interagisce con il mondo, influenzando tutto, dalle relazioni interpersonali al successo professionale.
La fiducia indiretta
La fiducia indiretta è, invece, quella che nasce da fattori esterni e non da esperienze personali. E’ un tipo di fiducia abbastanza grezza che comunque ha bisogno di un raffronto diretto per poter crescere.
Fiducia riferita: “Vai da quel dentista perché è davvero bravo”. Quante volte abbiamo sentito (e detto frasi simili)? Quando una persona di cui abbiamo fiducia diretta ci consiglia qualcosa, sentiamo di poterci seguire il loro consiglio, o almeno provare. Ecco, quindi, che andiamo da quel dentista, o compriamo quell’oggetto. Siccome ci fidiamo della persona che ci dà il consiglio, sentiamo di poterci fidare anche dell’oggetto del consiglio.
Fiducia nel processo: quando compriamo una macchina nuova, qualcuno guarderà anche agli aspetti di sicurezza che sono valutati secondo una procedura riconosciuta a livello internazionale. Ci fidiamo, quindi, di quella macchina perché crediamo in come sia stata valutata dal punto di vista della sicurezza, anche se non abbiamo la più pallida idea di quali siano i test e i criteri per assegnare quella valutazione. Insomma, questa è la fiducia in un processo che porta ad una certificazione che è generalmente accettata come attestato di qualità. Ecco perché molti professionisti fanno bella mostra dei lori diplomi. Vogliono mandarci il messaggio “fidati di me perché io ho il bel certificato di qualità che vedi appeso al muro”
Fiducia istituzionale: è la fiducia nel sistema o nella struttura sociale, come ad esempio l’organizzazione giuridica. Ci affidiamo ad un tribunale perché vogliamo un trattamento imparziale. Ci fidiamo della persona in divisa perché rappresenta una organizzazione in cui ci crediamo.
Fiducia collettiva: sicuramente vi sarà capitato, prima di acquistare qualcosa online o di andare in un ristorante che non conoscete, di controllare online le recensioni. E’ un tipo di fiducia che fa leva sulla saggezza della massa e sul fatto che, tolti detrattori e amici dell’inserzionista, il resto sono commenti genuini di persone che hanno provato l’articolo prima di me. Del resto, il fatto che un sito web che raccoglie feedback su aziende e servizi si chiama “trustpilot” la dice lunga.
Fiducia reputazionale: immagino che ognuno abbia un brand preferito. Ad esempio, io per correre uso sempre scarpe della Brooks e compro loro prodotti alla cieca perché mi fido di loro, anche se non ho mai provato quell’articolo specifico. Oppure se ci piace un regista, ci precipitiamo a vedere il suo ultimo film anche prima di aver letto le recensioni.
Ci vediamo la prossima settimana
Con questa prima esplorazione, che proseguirà la prossima settimana, possiamo concludere che la fiducia è una forza motrice incredibile, un filo invisibile che collega persone, entità, e anche oggetti nella tela intricata delle nostre vite. Senza fiducia le relazioni interpersonali soffrono e, di conseguenza, l'efficacia della leadership è messa in discussione.
Possiamo azzardarci a dire che la fiducia è l'olio che lubrifica la macchina della leadership e dell'interazione umana.
Ricordiamoci che la fiducia è dinamica, è sempre in movimento. Aumenta, diminuisce e talvolta si rompe, ma il bello è che può essere anche riparata.
La prossima settimana, esploreremo come costruire e mantenere la fiducia, dando un'occhiata anche alle insidie che possono bloccare la nascita e la crescita di un rapporto basato sulla fiducia.
Se vogliamo essere "maestri del mare" nella nostra vita professionale e personale, la fiducia è l'ancora che ci tiene saldi, il vento che gonfia le nostre vele, e la stella polare che guida la nostra rotta.
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